@CorradoRustici, investigatore del Sé nel suo nuovo album #AHAM : ti rapisce mentre (s)fugge.

Corrado Rustici_foto3_b(@CorradoRustici) #AHAM

E’ un periodo che prende il DNA di quello che c’è,
lo integra e lo trascende“.

[Corrado Rustici]

AHAM è un album transmoderno. Su questo non c’è alcun dubbio.
Accompagna musicalmente scelte fatte tempo addietro che lo hanno avvicinato a quella che, probabilmente, è la più conosciuta fra tutte le scuole Vedānta della religione Induista: l’Advaita Vedanta.
Letteralmente il termine Advaita significa “non duale“, ma viene anche utilizzato per indicare il sistema monistico su cui si fonda il principio dell’indivisibilità del Se o Ātman dall’Unità (Brahman) [Fonte Wikipedia] per cui , per Corrado diventa naturale tentare di rispondere alla domanda “Chi sono Io?”.  Lo fa in  Sanscrito grazie ad Aham : significa “Io sono”.

Convinto che non sia importante domandarsi “chi siamo” quanto  cercare di esserlo attraverso quello che si fa, Corrado Rustici, analizzando se stesso attraverso quello che ha fatto e sta ora facendo, non ha dubbi nel definirsi immerso in un nuovo periodo della sua vita. E’ un periodo che  s’accompagna alla percezione di un cambiamento in atto che il globo sta vivendo attraverso i giovani. E forse riuscirà un giorno a trovare la combinazione giusta di note per trasformare in maniera creativa il suono della chitarra, assai  statico da lungo tempo.

Ecco perché AHAM è  un album che indaga i modi in cui il suono della chitarra possa cambiare agli opposti della tecnologia. L’album è privo di campionamenti, fatto com’è solo di chitarra elettrica e acustica.

AHAM non si basa sulla tecnica ma  sul senso e sul valore di qualcosa che resta unico in quel suo divenire esperienza comune, figlio com’è di quella filosofia PUSH & PULL che  sovente ispira  Corrado  quando si cala  nei panni di produttore. Produttore di successo che ha scelto di essere artista per dedicarsi interamente alla popolarità degli artisti da lui prodotti.

E’ così che tra vibrati e riflessioni, mente, corpo ed ego  si muovono equilibrio in una storia che è fatta di immagini sonore che suggeriscono  all’ascoltatore nuovi viaggi:  al limite del neuronale. Il disco approccia ad una idea organica della musica  nella quale non c’è trucco e non c’è batteria   e non ci sono nemmeno  gli archi.  Archi ai quali ci aveva abituato in Deconstruction of a Postmodern Musician, merito anche dei Solis String Quartet.

Aham si arrichisce della collaborazione di Andrew Strong, il quale ha prestato la sua voce nel brano  Alcove of stars, primo singolo radiofonico estratto dall’album.

Per Rustici la sperimentazione continua ad essere un elemento centrale.
E’ in antitesi al periodo post moderno nel quale si è “decostruito” per conoscersi meglio.

“E’ un periodo che prende il DNA di quello che c’è, lo integra e lo trascende.” Va dunque oltre sé.

Questa  la tracklist di Aham.

As dark bleeds light, Ananda’s first steps, The duke and the hare, The guilty thread, Roots of progression, Alcove of stars ft. Andrew Strong, The last light spoken, Aham Suite – Part 1: The Enquiry e Aham Suite – Part 2: Aham.

SEGNI PARTICOLARI.

1. Il brano “As Dark Bleeds Light”  ha il compito di stupirci e di verificare la nostra capacità d’ascolto. Una sequenza di note che diventano quasi neuronali. Sembrano in alcuni momenti condizionare il movimento degli occhi intenti idealmente a cercarle nello spazio fisico e non.

2. In “Ananda’s First Steps” Corrado fissa ciò che sino ad oggi ha costruito e si referenzia  citando in alcuni momenti se stesso. Corrado sembra  rievocare alcune sonorità dell’album Deconstruction of a Postmodern Musician.

3.The Duke and the Hare” gioca con le corde della chitarra fino a dar loro una voce che diventa melodia.

4. L’album passa dal melodico allo  spaziale. Occupa lo spazio della mente, pervade / invade l’udito e lo avvolge con le note  e lo accarezza con la voce come in “The guilty thread“.
5. Aham tocca sonorità barocche nell’intro di “Roots of Progression“, brano  che , subito dopo, si lancia ai livelli di 100 Famous Notes, decima traccia di Deconstruction of a Postmodern Musician. Livelli che supera ampiamente dimostrando  capacità di perfezione…  passa attraverso l’esercizio costante e l’esperienza posta in essere dalle dita.

6.Alcove of Stars” è il brano più lirico del viaggio onirico di Corrado. Tanto da far sembrare AHAM un sogno lucido nel quale i pizzicati della chitarra , attraverso le orecchie, diventano   gli esercizi / pizzichi  per capire se si è svegli.

7.The Last Light Spoken” ci fa percepire l’idea di viaggio materno, la visione di un feto che ascolta i rumori lontani che filtrano attraverso la placenta e piano piano si avvicinano per diventare carezza e poi danza.

8.Aham Suite, Part 1: The Enquiry” esprime il senso di un traguardo che diventa partenza e ci fa immaginare il disco come un monolite che si posa all’aba su un terreno ancora tutto da colonizzare.

9. Il brano “Part 2: Aham”  brano dal calore intenso e felicemente melanconico, contiene un testo nascosto dalla musica che Corrado promette di non svelare mai.

Giudizio complessivo.

Se si prova a riascoltarlo per cercare dei punti, per fissarli meglio, l’album rivela momenti sempre nuovi, perché AHAM è un album che rapisce mentre (S)fugge fino al punto di essere sempre diverso al successivo ascolto.

di Giovanni Pirri

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