Mi chiedo che fine avrebbero fatto certi dischi se non ci fossero state alcune critiche ben piazzate.
Sicuramente certe canzoni non sarebbero scoppiate. Nel bene o nel male.
L’altra cosa certa è che quando le si criticano si finisce sempre sul personale. E’ un problema culturale. Da una parte l’artista che se la prende a male se gli o le criticano la nonna. Dall’altra i giornalisti che ripropongono, a mo di autocertificazione, la filippica di tutto quello che hanno fatto (e quindi criticato) nella vita, come se il numero delle critiche pubblicate fosse, di per sé la “pezza” giustificativa necessaria per acquisire credito agli occhi della gente o degli artisti.
E’ bene ricordare che lo scettro per decretare il successo o lo squallore di un brano musicale e/o di un disco ce l’ha solo il pubblico.
Scrivo ciò … anche a costo di essere banale … perché ho ascoltato grandissimi arrangiamenti finire nel cesso, come pure piste riaperte dalle case discografiche per paura di far cambiare il sound all’artista. Ho visto persino in giro delle mie critiche musicali su alcune produzioni discografiche … ma questo è un altro discorso e lo affronteremo assai più avanti.
Fortuna ha voluto che prima di ascoltare On di Elisa avessi ascoltato “il fine intenditor” di Roberto Giglio che, a modo proprio, se la prende con il giornalismo musicale. E’ stracolmo di ottimi esperti che sono alla perenne ricerca di un cambiamento musicale epocale che, tuttavia, non si discosti poi tanto dalla musica con la quale sono cresciuti… rigorosamente degli anni 70. E’ pieno persino di improvvisatori, sempre che il giornalismo musicale non sia pieno di altro, o meglio, di improvvisati blogger dalla parola facile.
“On” dopo averlo acquistato con le mie finanze, perché nessuno me lo ha regalato, mi ha aperto a quel tipo di melodia assai riconoscente alla spiritualità che se ascoltata, con attenzione, aiuta a ristabilire un contatto con la realtà. E’ l’album che va ascoltato tutto d’un fiato. Solo a tredicesima traccia conclusa sai se ti è piaciuto oppure no perchè “On” è un disco “off oppure on” a seconda dell’umore con il quale lo approcci.
Ed ancora: è un album di fotografie musicali che si estende al privato e ingloba esperienze che, anche se non hanno il pregio di entrare del gusiness delle innovazione musicali, restano un tentativo tutto personale di comunicare con le persone sensibili ad un certo tipo di romantico e melodico approccio alla vita. Anche se non mancano momenti dance dallo spirito rock.
Lo sappiamo: in questa era postmoderna, transmediale, dove c’è spazio per la transgenia musicale capiamo che gli approcci di “rabbia marketing” sono manna dal cielo.
Ci chiediamo quanto sia ultile e nello specifico, quanto serva continuare ad istigare i poveri fans per il gusto di dimostrare che la devozione delle tifanserie, pro artista musicale, esista e sia parte attiva nella vendita dei dischi.
Tutto ciò passando oltre quei commenti che chiamano in causa apparenti o palesi bruttezze.
On ci appare, veloce, smart, ritmato, pensato. Un difetto ce l’ha? A nostro avviso sì. Elisa non collabora più con il suo produttore storico. Il produttore che ce l’ha fatta conoscere.
Di seguito ecco la tracklist completa del disco:
1- Bad Habits
2. Rain over my head
3. Love me forever
4. Love as a Kinda war
5. Hold on for a Minute
6. Waste your rime on me feat Jack Savoretti
7. With the Hurt
8. Catch the Light
9. Peter pan
10. No Hero
11. Ready Now
12. Bruciare per te
13. Sorrido già feat Giuliano Sangiorgi ed Emma
Attualmente Elisa è co-direttrice artistica della squadra bianca nel serale di Amici al fianco dell’amica Emma; Contro di loro, alla guida della squadra blu l’inedita coppia formata da Nek e J-Ax.
Non osiamo immaginare come i rispettivi fans vedano i fans della “fansione” contraria.
di Giovanni Pirri