Il Primo Maggio e i Baci al tempo de Lo Stato Sociale

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Gli autori che firmano in “autonomia” i testi di una trasmissione come quella del Primo Maggio sanno bene che nulla può essere lasciato al caso ecco che allora arriva l’oscuramento, del resto stiamo vivendo un nuovo medioevo preventivo.

E’ il Medioevo preventivo  dei tempi moderni. Ha due facce. Le  chiamano anche  fasce. C’è così la fascia protetta e, di contro,  quella non protetta.

La prima è ad uso esclusivo di chi ama favoleggiare su certe storie che, diversamente, rischierebbero di non suscitare l’attenzione che si meritano, l’altra è a disposizione della realtà che si manifesta, di volta in volta. Punto e basta , ossia senza troppe dietrologie.

Ecco che l’ANSA questa sera ha parlato  di tutine alla Diabolik utilizzate dalla band per protestare contro l’oscuramento subito da RAI TRE  per il solo fatto di aver pensato di far salire delle coppie gay sul palco, dall’altra la stessa band che smentisce categoricamente l’idea di voler portare sul palco del Primo Maggio delle coppie definibili gay. Definibili come tali solo perché formate da persone dello stesso sesso che si baciano.

La band di cui stiamo parlando è quella de “Lo Stato Sociale” e la loro diretta è stata censurata perchè, a quanto  pare,  alcune “coreografie” non sono state concordate prima dell’esibizione.

Chissà chi ha ragione…

In realtà una ragione c’è ed è legata al buon senso. La speranza è che ci conduca un po’ tutti fuori da questo bigottismo necessario, pertanto funzionale, alla ricerca della notizia ad ogni costo.

Inevitabile domandarsi se questa storia finirà qui oppure darà spazio a nuovi risvolti. La risposta non è semplice perché un bacio in pubblico è solo una manifestazione d’affetto e d’affetto l’Italia ne ha veramente bisogno. Soprattutto in concomitanza con le storie dell’altro mondo nelle quali Milano è rimasta invischiata proprio nel giorno dell’inaugurazione di Expo 2015.

Continuiamo a pensare che una persona normale non riuscirebbe nemmeno ad uscire di casa se decidesse di portare giù in strada,  con sé,  spranghe, bombe carta e molotov.

di Giovanni Pirri

 

 

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